giovedì 30 dicembre 2010

La Vodka

La parola Vodka, appare per la prima volta nelle cronache russe verso il XVI° secolo. L'etimologia, risale al termine polacco Woda e al russo Voda, che significa acqua. La parola andò a sostituire il più antico Okavita di chiara derivazione dal latino acqua vitae. La sua invenzione viene combattuta fra Russia, Polonia e la Finlandia, ma la Polonia è quella meglio accreditata fra le tre.
A quei tempi, la vodka veniva usata come medicamento per una infinità di malanni, compreso il mal d'amore, oltre ad assegnarli poteri magici.
Ivan il terribile, fu costretto ad emanare due editti per limitare i consumi di vodka, sottoponendo perfino alla tortura i contravventori.
Per fortuna non tutti si chiamavano Ivan il terribile, e Pietro il grande, stimolò i produttori ad ottenere un prodotto sempre migliore, considerando figli della patria coloro che apportassero migliorie alla produzione.
Fra questi, il più noto Porfirij Everev che per primo usò la polvere di carbone di betulla nella filtrazione di quello che allora veniva anche chiamato vino di grano.
Fu però l'accademico Tovij Loviz che perfezionò definitivamente la tecnica di produzione ancor oggi in uso.




Produzione
La produzione ricalca quella del gin, con la saccarificazione dei cereali attraverso un immersione in acqua calda, con aggiunta di lieviti per la fermentazione e successiva distillazione del prodotto. La distillazione avviene con alambicco continuo e deve dare uno spirito a 96°C di alta qualità estremamente puro con non oltre i 10 grammi d'impurità totale per 100 litri di alcol puro.
Il grado alcolico viene abbassato con acqua di pozzo, con regole ben precise per sottrarre le sostanze organiche e naturali, attraverso sostanze chimiche e filtrazioni.
All'uscita dell'alambicco, lo spirito non è ancora vodka, i russi seguono un procedimento per cui lo spirito viene acido citrico, bicarbonato di sodio e zucchero bianco in polvere. Il tutto viene agitato in mescolanti muniti di agitatori meccanici fino al loro completo mescolamento.
Si passa quindi ad un filtraggio su polvere di quarzo, passo molto importante, fino ad arrivare all'ultimo stadio di produzione, il più delicato ed importante, che consente di dare al prodotto il suo particolare bouquet. Si fa passare il prodotto in un filtro di carbone di legno di betulla, tale carbone viene prodotto in presenza di vapore acqueo surriscaldato e in assenza di aria.
Mentre la normale filtrazione, riesce solo a togliere le impurità presenti in un prodotto, il passaggio attraverso il carbone di betulla, innesca un processo fisico e chimi9co catalizzando le reazioni di ossidazione dell'alcool ed influendo in un modo determinante al suo affinamento e gusto.